Anticonvulsivi e rischio di complicanze emorragiche perinatali in gravidanza


È stato esaminato il rischio di emorragia postpartum e complicazioni emorragiche neonatali associate all'esposizione in gravidanza avanzata a farmaci anticonvulsivanti che inducono enzimi del citocromo P450 e alterano il metabolismo della vitamina K rispetto ad altri anticonvulsivanti.

È stato utilizzato uno studio di coorte basato sulla popolazione derivante da un campione nazionale di donne incinte con un bambino nato vivo dal Medicaid Analytic eXtract dal 2000 al 2010.

Gli anticonvulsivanti inducenti l'enzima ( Carbamazepina, Fenobarbitale, Fenitoina, Oxcarbazepina, Topiramato ) sono stati confrontati con altri anticonvulsivanti erogati durante l'ultimo mese di gravidanza.

I rischi relativi ( RR ) di emorragia postpartum e complicanze emorragiche neonatali sono stati stimati con stratificazione per il punteggio di propensione controllando per l'indicazione e altri potenziali fattori confondenti.

Tra le 11.572 donne con una prescrizione di anticonvulsivanti sovrapposta al parto, il 2.6% ( 135 su 5.109 ) nel gruppo anticonvulsivanti inducenti l'enzima e il 3.6% ( 231 su 6.463 ) nel gruppo di altri anticonvulsivanti avevano una diagnosi di emorragia postpartum: RR non-aggiustato 0.74, RR aggiustato 0.77.

La prevalenza delle complicanze emorragiche neonatali è stata del 3.1% ( 157 su 5.109 ) nel gruppo anticonvulsivanti inducenti l'enzima e del 3.5% ( 229 su 6.463 ) nel gruppo di altri anticonvulsivanti: RR non-aggiustato 0.87, RR aggiustato 0.83.

L'evidenza di questo ampio studio osservazionale suggerisce che l'uso di anticonvulsivanti inducenti l'enzima vicino al parto non aumenta il rischio di complicanze emorragiche rispetto ad altri anticonvulsivanti in contesti clinici in cui la somministrazione neonatale di vitamina K per via orale o intramuscolare è considerata standard di cura.
Questi risultati forniscono rassicurazioni ai medici e alle donne in gravidanza trattate con successo con anticonvulsivanti inducenti l'enzima. ( Xagena2018 )

Panchaud A et al, Neurology 2018; 91: e533-e542

Neuro2018 Gyne2018 Farma2018


Indietro

Altri articoli

Si è valutato se il trattamento con statine prima o dopo un ictus ischemico acuto abbia un effetto sul rischio...


Pazienti con malattia renale cronicaLa malattia renale cronica costituisce un fattore di rischio sia per eventi tromboembolici che di sanguinamento...


Esiste incertezza su frequenza, correlazioni e significato clinico del sanguinamento con doppia terapia antipiastrinica, in particolare se portata avanti per...


Lo studio ACUIVY, coordinato da Ricercatori della Columbia University Medical Center a New York, ha mostrato che l’anticoagulante Bivalirudina (...


L’anemia è stata recentemente associata ad un aumento della mortalità tra i pazienti sottoposti ad un intervento coronarico percutaneo (...